La sfinge alla stazione | Michele Amadori | Supertesti.it




La sfinge alla stazione



Testo La sfinge alla stazione

Ma che piacere salutarti Come se fossi una qualunque
Senza protendersi in avanti Quasi sfuggendosi dagli occhi
Tenevo a dirti che sto bene C’è solo un po’ di confusione
Pezzi di vetro e di giornale Pezzi di pioggia e di persone
Come una statua nel diluvio Ho la pazienza del binario
L’indifferenza dei lampioni La consuetudine dei treni
E tu guardami Guarda come sono bravo
E tu guardami Guarda come sono forte
Ma tu guardami Guarda come resto in piedi
E tu guardami
Guarda come muoio bene d’amore E tutto è come tutto tu lo vedi
Sono una sfinge di metallo E non c’è trucco, non c’è inganno
È acciaio fuori e acciaio dentro Come un attore sul proscenio
Ho l’esperienza del sipario L’educazione di un vagone
La dignità di un ferroviere Ho l’indolenza dei convogli
La disciplina degli orari Ho l’innocenza dei ritardi
O forse voglia di parlarti
Ma tu guardami
Guarda come sono bravo
E tu guardami
Guarda come sono forte
Ma tu guardami
Guarda come resto in piedi E tu guardami Guarda come muoio bene d’amore


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